Anno:
2011
Opera:
Progetto di Valorizzazione dell'area sacra settentrionale del Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli. Concorso internazione di progettazione - 1°premio
Committente:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio
Ruolo:
Progettista capogruppo Il susseguirsi delle vicende storiche ha fatto sì che il santuario di Ercole Vincitore, situato in un punto strategico dell’antica rete commerciale del territorio tiburtino, abbia subito varie metamorfosi che l'hanno portato ad essere un’importante centrale idroelettrica ed una cartiera industriale. Il progetto propone una modifica della volumetria industriale che, attraverso un'operazione di sottrazione critica, permetta di distinguere, ordinare e conservare i differenti elementi archeologici ed architettonici creando un percorso per i visitatori che permetta non solo la lettura del portico romano, ma anche degli altri elementi quali il canale Canevari e la Cartiera Segre. La volumetria industriale viene separata dal portico romano, alleggerita dalle grandi aperture verticali e perforata da diagonali prospettiche per ottenere una smaterializzazione visuale che agevoli, da più punti, la vista del portico ed accentui la presenza e la valorizzazione dei resti romani. Con l'apertura di grandi superfici vetrate ed la realizzazione di una grande copertura piana praticabile si recupera la vista panoramica del santuario su Roma. Nelle prime due navate a Nord-Est si propone, dopo un adeguato restauro degli interni, l'inserimento di un incubatore di imprese per i Beni Culturali e un laboratorio di restauro. Il padiglione Sud-Ovest resta aperto al pubblico che, terminata la visita ai resti romani, entra nel suggestivo spazio industriale riutilizzato come “orto botanico”, caratterizzato dalla utilizzazione di piante ed arbusti usati dagli artisti romani come modello per bassorilievi ornamentali dalla profonda valenza simbolica. In particolare si è scelto di collocare delle piante relazionate al mito di Ercole ed alla descrizione del giardino delle Esperidi, scenario di una delle sue fatiche.